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RASSEGNA STAMPA

Corriere dela Sera
Sabato
23 febbraio 2002
Dal Teatro "Dal Verme"

DAL VERME: Lunedì serata benefica del danzatore argentino con Maria Giménez e il Balletto di Torino

Guerra «vola» per Emergency

In programma «Diana e Atteone» e coreografie di Bigonzetti, Veggetti e Levaggi

Se esiste un dio della danza, deve essere stato generoso con Maximiliano Guerra (foto) , l'argentino che ha conquistato Milano. Oltre ad averlo dotato di ali per volare in scena, gli ha regalato anche un cuore e un cervello. Lunedì sera, al Teatro dal Verme, si terrà una rarissima «charity evening» del balletto, il cui ricavato sarà devoluto a Emergency di Gino Strada. Protagonista, appunto, Maximiliano Guerra, «Messaggero per la Pace» dell'Unesco, premiato nel '98 dall'Onu per l'impegno ambientalista. Guerra è un danzatore anomalo che vuole (e sa) parlare. Di se stesso, della vita, della sua famiglia, e dei suoi due Paesi, l'Argentina («sempre in crisi, ma capace di risorgere, nonostante la sua genetica mancanza di identità nazionale») e l'Italia («a Milano ho trovato la mia dimensione»). Al Teatro Dal Verme, Guerra danzerà soprattutto se stesso. Nelle luci e nelle ombre. Incarnerà l'esaltazione dell'uomo che vive e rischia, fino a sfidare, come il mitologico Atteone (suo personaggio di punta, irto di difficoltà virtuosistiche), l'ira degli dei . «"Diana e Atteone" è un urlo di fisicità animale. Me lo chiedono a ogni gala, lo danzo da quando avevo 18 anni, l'avrò macinato centinaia di volte. E non mi stanco mai. La vita, a volte, ti regala l'ebbrezza dell'onnipotenza. Superare i limiti e riconciliarsi con la natura ti aiuta a capire cosa significa fino in fondo essere uomo».

Ma in scena Guerra porterà anche l'uomo vulnerabile, che si dibatte tra frustrazioni e paure: «In "Arms" di Mauro Bigonzetti ballo senza poter muovere le braccia, in un groviglio di arti che mi costringe a guardarmi dentro. È nei momenti di crisi che scopriamo, per magia, le nostre risorse. Quando mi ruppi il tendine d'Achille, precipitai nel buio. Era il 1999, sul palco del Colón. Quando un free- lance si fa male, la carriera sembra finita».

Nella serata, Guerra ha coinvolto l'ispanica Maria Giménez e il Balletto di Torino di Loredana Furno: il programma riserva anche «L'Aprés-midi d'un Faune» di Luca Veggetti e tre coreografie del talentuoso Matteo Levaggi. Per il futuro, Guerra (che sarà in scena all'Arcimboldi il 26, 27 e 28 marzo in «Notre Dame de Paris» di Roland Petit) ha le idee chiare: «La danza deve essere avvicinata alla gente. E i miti vanno archiviati: il passato ci ha dato Nureyev, Baryshnikov, Vassiliev, la Fracci, la Plisetskaja, la Alonso. Ma il presente ci regala tanti nomi, forse meno eclatanti, che fanno vivere il balletto. Essere paragonato a Nureyev è stato per me una croce e una delizia. La danza può diventare una droga che crea dipendenza. Quando smetterò mi dedicherò totalmente alla mia compagnia: il Ballet del Mercosur. Amo dirigere e rischiare».


AN EVENING WITH MAXIMILIANO GUERRA, Teatro Dal Verme, via S. Giovanni sul Muro, Milano, lunedì ore 21, biglietti 10/60