Informazioni Culturali
UNA BIOGRAFIA DELL'ANIMA

Un colloquio con John Neumeier su Waslaw Nijinsky


John Neumeier è dal 1973 direttore del balletto di Amburgo e appartiene non soltanto ai più grandi ammiratori di Waslaw Nijinsky ma è anche uno dei più appassionati collezionisti di opere d'arte appartenute a Nijinsky. Grazie al suo interessamento il nome di Nijinsky è rimasto nel nostro paese attuale.Nel 1975 dedicò al grande ballerino russo il "Nijinsky-Galà", punto culminante della stagione del balletto di Amburgo. Dopo ogni stagione Neumeier dedica al più grande ballerino e coreografo del ventesimo secolo la sua reverenza affinché rimanga vivo il ricordo del grande artista. In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Nijinsky, Neumeier si avvicina alla coreografia del ballerino russo; l'opera viene rappresentata per la prima volta il 2 luglio, inoltre può essere visitata dal 2 luglio al 27 agosto una mostra nel museo di Amburgo dedicata a Nijinsky contenenti pezzi di esposizione dalla raccolta di John Neumeier.

I pezzi da collezione su Nijinsky che quest"anno possono essere visti a Stoccolma, Parigi e Amburgo provengono dalla sua collezione.
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Cosa la lega a questi pezzi?

Io vivo con loro. Essi sono costantemente intorno a me. La maggior parte dei pezzi sono in una stanza particolare del mio appartamento così da poterle vedere in qualsiasi momento. Per questo motivo non mi è stato facile darle per le esposizioni.
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Quanti pezzi da collezione di Nijinsky possiede?

Non so di preciso, in questo momento si sta facendo un catalogo. Ci sono dipinti a olio, sculture in bronzo, figure di porcellana, molti disegni tra cui quelli di Jean Cocteau del 1913 dalla collezione di Igor Markevitch ed anche numerose foto. Inoltre vi è un disegno di Gustav Klimt, cosa molto rara. Per la mostra sarà approntato un catalogo contenente la descrizione e la foto di ogni singolo oggetto della mia collezione e di altre. Tra quest'ultime ci sono pezzi che io personalmente ancora non conosco come un disegno di Amedeo Modiglioni. Tra i pezzi più famosi vi sono naturalmente i costumi di "Le Sacre du printemps" che si trovano normalmente nel museo della danza di Stoccolma.Nel museo ci sono anche degli interessanti disegni di Nijinsky che purtroppo non possono essere portati ad Amburgo.
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Che cosa la affascina di Nijinsky?

Nella mia città natale, Milwaukee, avevo da bambino poche possibilità di vedere un balletto, c'erano solo due corpi di ballo che ogni tanto venivano in città. La biblioteca possedeva solo quattro libri che parlavano di balletto e che io naturalmente avevo letto. Uno di questi era "The tragedy of Nijinsky" di Anatole Bourman; io avevo circa dieci o undici anni quando lo lessi e mi impressionò molto. Riconobbi che quel ballerino era stato un vero essere umano. I ballerini che vedevo sulle scene mi sembravano così distanti che non avrei mai immaginato di diventare io stesso un ballerino. Nijinsky in quel momento divenne per me una persona di cui conoscevo la fanciullezza, la vita e le sofferenze. Io lo conoscevo nel suo intimo e questa impressione rimase. Più tardi lessi la sua biografia della moglie Romola. Lei descrive principalmente il ballerino Nijinsky, ed era proprio il ballerino che mi affascinava cosi profondamente insieme all'ambiente del balletto russo. Solo più tardi e attraverso letture e colloqui con Lincoln Kirstein e Sybil Shearer conobbi il coreografo Nijinsky. Mi resi conto di come fosse innovativa e pura la sua coreografia. Ci sono parecchi coreografi-ballerini che presentano nelle coreografie solo se stessi come Martha Graham che ha inventato tutto il sistema della danza moderna o Rudolf Nurejew. Nijinsky invece ha costruito una coreografia per la coreografia. Egli aveva un concetto e nel suo lavoro più grande "Le Sacre du printemps" non vi era neanche un ruolo per lui. Nelle mie lunghe discussioni con Nijinsky lo scoprivo sempre di più e penetravo più a fondo nella sua persona e lui non mi ha mai deluso. Se si legge il suo diario che egli iniziò quando già aveva disturbi mentali, si è in qualche modo coinvolti. Il modo in cui il suo diario possa essere stato influenzato dalla sua malattia è ancora da appurare. Ciò che mi affascina è come un uomo possa essere così grande nel suo lavoro di ballerino; un uomo che nel 1909 conquistò Parigi ma che per lui non era la cosa più importante. La parte vanitosa di un ballerino protagonista non lo mai interessato. Lui non ha mai coreografato per se stesso per mostrare ciò che voleva la gente e cioè i suoi salti. Nelle sue creazioni seguiva più che altro le sue proprie visioni. E infine la sua parte più umana; egli aveva sempre pensieri profondi sul mondo, sulla guerra, sull'ingiustizia.
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Fino ad oggi ha continuato a scoprire Nijinsky e a collezionare le sue cose.

La mia raccolta iniziò con i libri. Io non sono cresciuto in una città come Parigi o Berlino dove esiste un balletto statale, ma lì dove con l'aiuto della letteratura ho potuto farmi un quadro di cosa fosse un balletto. Già da giovane ho iniziato a comprare libri anche se dovevo pensarci due volte poiché non me lo potevo permettere. Prima che arrivassi ad Amburgo nel 1973 possedevo alcune litografie, in particolare sul periodo romantico del balletto. Durante una delle ultime aste sui grandi balletti russi da Sotheby ho acquistato nel 1975 la testa bronzea di Nijinsky. Quello fu l'inizio della mia collezione che divenne ben presto sconfinata. Alcune volte penso di essere malato, ho come la sensazione di dover salvare gli oggetti da persone che altrimenti li rinchiuderebbero nella loro cassaforte. Per me è importante avere un archivio, un museo per Nijinsky e il ballo in generale.
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Ha avuto dei contatti con i possessori dei pezzi da collezione?

Tutto ha inizio con le aste seguite da vari contatti. I contatti si cominciano ad avere in ogni città quando la fama di collezionista si diffonde. Io ho acquistato due o tre importanti collezioni che si sono aggiunte alla mia.
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Il rapporto verso Nijinsky si è intensificato con le collezioni?

Sicuramente, ma non pretendo di capirlo. È stato scritto e parlato molto di Nijinsky ma io sono solo in parte d'accordo con tutto ciò. A Tokio ho visto di recente le prove di un pezzo su Nijinsky dell'americano William Luce e ho anche incontrato l'autore. Il pezzo non mi è piaciuto particolarmente, l'ho trovato superficiale e ovvio. Quando si crea un'opera si deve sempre decidere su cosa concentrarsi e a quale storia credere. Se io dovessi creare una coreografia di Nijinsky dovrei decidere quale parte di Nijinsky prendere in considerazione. Venti anni fa ho creato un piccolo balletto intitolato Vaslaw che era nato quasi per caso. Ha avuto inizio come pezzo astratto creato per un gruppo di ballerini ospiti del "Nijinsky-Gala" nel 1979, solo durante le prove con Patrick Dupond, protagonista, è iniziato ad entrare nell'opera lo spirito di Nijinsky. Penso che non ci sia nulla di più difficile che creare un balletto su di una persona concreta. Si deve sapere tutto della persona ma al momento della creazione dimenticare tutto. Per questo motivo non ho mai voluto fare un balletto su Nijinsky. Dopo anni sono arrivato a dedicarmi al tema Nijinsky ma non in senso documentaristico. Sarà più che altro una biografia dell'anima, una biografia delle sensazioni e delle condizioni che non degli avvenimenti. Può capitare che un avvenimento possa comparire per caso ma l'opera non sarà un balletto d'azione
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Vuole mostrare Nijinsky come lei lo sente e lo vive?

Giusto. La meraviglia dell'arte è che scaturisce dall'interno. Può essere possibile che il lavoro stesso possa dare risposte a cui bisogna aprirsi. Io intendo creare situazioni da cui scaturiscono poi le azioni. Non voglio e non cerco di creare un aneddoto della vita di Nijinsky o di portarla sulla scena dicendo questo è Nijinsky, questa è Romola, questo è Diaghilev. Ciò che si deve vedere sono le due forze che si combinano. Ma ciò che farò veramente quando inizierò con la coreografia non lo sa nessuno.
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Quale musica userà?

La sinfonia numero 11 di Dmitri Schostakowitsch, per la seconda parte del balletto. Per la prima parte userò Scheherazade di Nikolai Rimski-Korsakows per presentare un particolare livello della vita di Nijinsky. Penso che questo pezzo per orchestra possa essere un buon riscontro alla sinfonia 11.
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Lei sceglie due compositori russi. Pensa che la musica russa possa in qualche modo descrivere la danza e la coreografia che caratterizzava l'anima russa di Nijinsky?

Si, penso che Scheherazade rispecchia la magia del balletto russo. Nel balletto omonimo di Michail Fokin, Nijinsky avevo il ruolo dello schiavo dorato diventando poi una specie di mito. Io non ho intenzione di imitare il balletto di Fokine ma con questa musica ho intenzione di mostrare altri lati di Nijinsky. Gli fa da contrappunto la sinfonia numero 11 di Schostakowitsch. È stata composta nel 1957, ispirata dalla rivolta tenutasi davanti al palazzo d'Inverno nel gennaio 1905 quando inermi lavoratori furono uccisi. Secondo alcuni fonti sembra che anche Nijinsky via sia stato coinvolto.
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Che cosa rappresenta per lei la modernità della coreografia di Nijinsky in confronto a Fokine?

Sicuramente anche Fokine ha contribuito a grandi riforme nell'ambito del balletto, ma la costruzione delle sue opere si basa su passi e forme coreografiche come il solo, il passo doppio o il balletto di gruppo tenute insieme da pantomimi.

Non attraverso la pantomima tradizionale che si basava sul linguaggio dei gesti, che Fokine aveva rifiutato, ma sotto forma di gesti naturali influenzati da diversi coloriti locali. Non tutto ciò che Fokine voleva esprimere era espressa da una pura coreografia. Nijinsky fu il primo a tentare ciò: egli inventò un particolare linguaggio dei movimenti con l'aiuto dei quali viene raccontata una storia. Egli fu anche il primo che usò lo sport come un soggetto di un balletto, e cioè un gioco di palla tra due donne e un uomo usato come metafora per indicare la tensione erotica tra persone. Jeux era inoltre anche il primo balletto in costumi moderni. Nijinsky ha completamente rotto con la tradizione. Egli non ha rifiutato il ballo classico bensì lo ha concepito con nuovi movimenti. Fare un Pliè, quando si salta, è la prima cosa che si impara durante la lezione di balletto. Nijinsky invece diceva ai suoi ballerini durante le prove di Sacre di non fare il Pliè. In questo modo inventò un nuovo linguaggio del corpo. Al contrario Isadora Duncan era meno rivoluzionaria anche da un punto di vista musicale. Lei aveva una rapporto molto diverso, più naturale verso la musica. Nijinsky al contrario in "L'Apres midi d'un faune" ha lavorato in contrappunto con movimenti completamenti diversi alla musica di Claude Debussuy. Penso spesso alle diverse situazioni che gli sono capitate nella vita. Si potrebbe parlare a lungo di ciò.
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VITA DI WASLAW NIJINSKY

1889 Nato il 28 marzo a Kiew secondogenito della coppia di ballerini Thomas Nijinsky ed Eleonora Bereda. (la data di nascita è incerta, forse marzo

1890, secondo il certificato di battesimo 17.dicembre 1889)

1891 Insieme alla sorella più piccola Bronislawa Nijinsky viene battezzato il 30 aprile a Varsavia.

1898 Nijinsky viene accolto nella scuola di ballo imperiale di San Pietroburgo ; studia tra l'altro da Nikolai Legat e Michail Obuchow

Dal 1902 Comparsa in diversi ballettI

1905 Balletto in occasione di una rappresentazione scolaresca nel Acis e Galatea di Michail Fokin.

1906 Prima entrata in scena nel teatro Mariinski a San Pietroburgo.

1906-07 Partecipante in diversi balletti di Fokin.

1907 Supera l'esame e viene accolto nel balletto imperiale; nella stagione 1907/8 Nijinsky balla quasi esclusivamete il Pas de deux; egli crea il ruolo degli schiavi di Armida nel Armida Papillon di Fokine.

1908 Nijinsky assume il ruolo dello schiavo preferito di Cleopatra nelle "Notti egiziane" di Fokine; conosce Sergei Diaghilew

1909 Balla nel "Chopiniana" di Fokine; si reca a Parigi con il balletto russo messo insieme da Diaghilew dove balla nei balletti di Fokin "Le Papillon d'Armide, Le Festin e Cleopatre", (tutte rielaborazioni). Nella stagione 1909/10 prova "Giselle" a San Pietroburgo con Anna Pawlowa.

1910 Seconda tournee del balletto russo a Parigi: Nijinsky balla in "Sheherazade" (lo schiavo dorato) e nel "Les Orientales" di Fokine cosi come in "Giselle"( con Tamara Karswina

1911 A San Pietroburgo balla Albrecht nel cosiddetto costume francese, ciò viene considerato sconveniente e Nijinsky viene licenziato; terza tournee europea del balletto russo con quattro nuovi balletti di Fokine: "Le spectre de la rose" e "Narcisse" a Monte Carlo ( Nijinsky balla la parte dell'eroe dell'opera omonima), "Le Carneval"(Arlecchino) e "Petrouchka" (nel ruolo principale) a Parigi; in autunno sono ospiti a Londra con un'edizione in due atti de "Il Lago dei Cigni" (principe Siegfried).

1912 Rappresentazioni del Balletto russo a Berlino, Dresda, Budapest e Monte Carlo; Nijinsky balla a Parigi nei seguenti nuove opere: nel "Le Dieu bleu" e "Chloe" di Fokine e nel suo primo balletto "L'Apres midi d'un faune" ( Fauno); fino alla fine dell'anno tournee del balletto russo a Londra e in più città tedesche e a Budapest; Nijinsky lavora al "Le Sacre du printemps".

1913 Rappresentazioni del balletto russo a Vienna, Praga, Londra e Monte Carlo; accanto a Le Sacre Nijinsky coreografa un altro balletto, "Jeux"; a Parigi la prima del "Jeux" (accanto a Nijinsky ballano Tamara Karsawina e Ludmilla Shollar) e del "Le Sacre du printemps"; tournee sudamericana a cui non partecipa Diaghilev; durante la traversata si fidanzano Nijinsky e la ballerina ungherese Romola de Pulzky; si sposano a Buenes Aires; Diaghilev licenzia Nijinsky.

1914 Nijinsky calca le scene in un teatro londinese con una propria compagnia e l'esperienza termina con un fiasco finanziario; nascita della figlia Kyra a Vienna; allo scoppio della prima guerra mondiale Nijinsky viene internato con la sua famiglia a Budapest.

1915 Nijinsky si occupa con una nuovo balletto della composizione di Richard Strauss "Till Eulenspiegels lustige Streiche".

1916 I Nijinsky vanno a Vienna e più tardi negli Stati Uniti; Nijinsky balla di nuovo con i Ballets Russes; in autunno comincia un'ulteriore tournee della compagnia dove tra l'altro vi è la prima del "Till Eulenspiegel" di Nijinsky.

1917 Nijinsky lavora di nuovo con i Ballets Russes prima che avvenga una nuova rottura con Diaghilev; i Nijinsky vivono in Svizzera.

1918 Il comportamento di Nijinsky comincia a cambiare sensibilmente.

1919 Ultima rappresentazione di Nijinsky in un albergo di San Moritz; a Zurigo gli viene diagnosticata la schizofrenia; Nijinsky viene ricoverato in un sanatorio.

1920 Nascita della seconda figlia Tamara

1923 Trasferimento dei Nijinsky a Parigi.

1929 Romola Nijinsky va negli Stati Uniti; Nijinsky rimane in una sanatorio in Svizzera.

1940 I Nijinsky si trasferiscono in Ungheria.

1945 Trasferimento in Austria.

1947 Trasloco della famiglia Nijinsky in Inghilterra.

1950 Nijinsky muore l'8 aprile in un ospedale londinese.
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Articolo tratto da

" TANZDRAMA" n°52 - 3/2000

www.sk-kultur.de

di PatriciaStockemann